Enews 2015

andiamoltre

Cari amici del festival,
Manca poco al fischio di inizio. Vi ricordo i giorni: 12 | 15-17 maggio. Non prendete impegni!

Ricordate di registrarvi ai singoli incontri così da garantirvi il posto a sedere! Se vedete il tutto esaurito, non vi scoraggiate, venite lo stesso. Troverete di sicuro un modo per partecipare agli incontri, in piedi o al posto di qualche smemorato che non è venuto!

Tutti gli incontri sono importanti, ma ci tengo a segnalarvi l’inaugurazione di martedì 12 maggio come un momento davvero significativo e simbolico:

Ore 11.00 nel salone dei Duecento:
Dopo i saluti del Sindaco, Dario Nardella, il Patriarca Latino di Gerusalemme Fouad Twal e il Rabbino Steinsaltz, più grande talmudista vivente, interverranno moderati dal giornalista Maurizio Molinari, inviato de La Stampa in Israele.

Ore 17.00 nel salone dei Cinquecento:
Dopo i saluti del Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, interverrà S.S. Papa Tawadros II intervistato dalla giornalista Monica Maggioni, direttore di Rai News.

Il Papa Copto è la voce più rappresentativa dei cristiani perseguitati dall’Isis. L’invito a Firenze vuole testimoniare la solidarietà e l’attenzione del Festival delle Religioni verso la voce massima dei perseguitati a causa della religione. I cristiani copti sono i nuovi martiri di questo secolo, per questa ragione consegneremo a Papa Teodoro II un riconoscimento di solidarietà e vicinanza. È solo un simbolo ma che per noi ha un grande valore perché vuol testimoniare che siamo tutti schierati contro il fanatismo della religione, della violenza e della mortificazione della vita.
Papa Teodoro II è anche Patriarca di Alessandria d’Egitto e racconterà la vita e la situazione attuale dei cristiani in Egitto, Nord Africa e Medio Oriente.

È un evento epocale, nello stesso anno Firenze si appresta ad accogliere due Papi!
Accorrete numerosi per dare un segnale importante!
Più saremo è più forte sarà il nostro messaggio. Ciascuno di noi è importante, nessuno si senta escluso!
Questo incontro sostituisce la presenza dell’Imam di Al Hazar che per ragioni istituzionali si deve trattenere al Cairo. Il suo incontro è rimandato a data ancora da definire.

Ci vediamo al festival!

Francesca

Ps.
Vi segnalo inoltre che Meriam la ragazza sudanese non potrà essere con noi il 15 maggio, per questo motivo non avevamo ancora aperto le iscrizioni al suo incontro. Meriam ha problemi con i documenti che non le consentono di uscire fuori dagli USA dove ora risiede.
Non appena si sbloccherà questa situazione e avrà i documenti giusti farà visita Firenze.
E noi la accoglieremo per sentire da vicino la sua storia, capace davvero di farci riflettere.

Ciao!

andiamoltre

Cari amici del Festival delle Religioni,

scusateci per il ritardo, tante sono le vostre domande e richieste di partecipazione. Risponderemo a ciascuno, intanto vi aggiorno su un po’ di cose sperando di essere chiara. Se non lo fossi non esitate a scriverci come sempre a info@festivaldellereligioni.it

Date del Festival: 12; 15 – 17 Maggio 2015

Inaugurazione-preview martedì 12 maggio e poi la tre giorni classica a partire da venerdì 15 maggio fino a domenica 17 maggio.

La giornata inaugurale che con l’ultima enews vi avevamo comunicato essere il 14 maggio, è stata anticipata al 12 maggio.

Luogo: Firenze, nelle principali sedi della cultura fiorentina. Palazzo Vecchio, Il Cenacolo di Santa Croce, la Biblioteca delle Oblate, il Gabinetto Viesseux, l’Oratorio di San Tommaso di via della Pergola 8 e il Cinema Odeon.

Titolo: #Andiamoltre

Oltre che cosa? Oltre il fanatismo, oltre la mortificazione della vita, della razza, delle idee e infine dell’uomo. #andiamoltre
La prima edizione del Festival delle Religioni si è focalizzata sull’incontro dello scontro, mettendo a nudo le differenze tra credi, filosofie e confessioni diverse, perché convinti che solo in esse si coglie la complessa ricchezza del reale. Oggi tutto questo non è più sufficiente. Non basta. Crediamo sia necessario compiere un ulteriore passo avanti, per cercare di gettare il pensiero oltre lo scontro distruttivo. La pluralità è un valore non un pretesto per distruggere l’altro. L’attentato di Parigi, le nuove guerre che sconvolgono il Medio Oriente, l’Africa, gli scontri che vedono coinvolte tanto le periferie del Mondo quanto le nostre città, sono fatti che ci chiamano a riflettere con urgenza. Non sono tollerabili guerre in nome di Dio, decapitazioni, genocidi, conflitti di potere mascherati da lotte di religione. È l’ora di finirla con le chiacchiere! Dobbiamo entrare nel cuore dei problemi, seriamente, dircele tutte fino in fondo e trovare una soluzione. #andiamoltre

Ho parlato di tutto questo alla trasmissione Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber, su La7, lunedì 6 aprile. Per chi fosse interessato, qui la replica.

Il Festival accoglierà 60 big relatori uomini e donne religiosi, filosofi, teologi, pensatori atei o non credenti, storici, sociologi, critici e giornalisti ecc.
A metà maggio Firenze si ritroverà ad essere un vero e proprio luogo d’incontro con tanti super relatori che alternandosi, verranno nella nostra città per dire tutti insieme, ognuno nel proprio ambito: #andiamoltre.

Il programma completo del Festival si trova sul sito ufficiale www.festivaldellereligioni.it/edizione-2015/programma

Intanto vi racconto alcuni dettagli:

La preview
Martedì 12 Maggio, alle 17.00, vedrà la presenza del Grand Imam della moschea universitaria di al-Azhar (Cairo, Egitto), Ahmed el-Tayeb, considerato come una tra le voci più autorevoli al mondo dell’Islam sunnita moderato.
Si tratta di una prima volta in Italia per El-Tayeb, il Grand Imam che negli ultimi mesi – dal cuore di una delle più importanti istituzioni al mondo per l’insegnamento della religione musulmana – ha alzato più volte il proprio grido di allarme contro la minaccia dell’Isis: la sua presenza al Festival si configura a tutti gli effetti come un evento di portata storica nell’ambito del dialogo interreligioso. Ad accompagnare ed accogliere l’Imam nella sua visita fiorentina sarà il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

Nella mattinata avremo altre sorprese “internazionali”… ma ve le diremo più avanti!

Venerdì 15 – Tra i partecipanti di questa seconda edizione ci sarà Meriam Yehya Ibrahim Ishag, giovane cristiana sudanese, condannata a morte per il proprio credo religioso e rilasciata dopo un anno di prigionia in seguito alle proteste della comunità internazionale. La ragazza verrà intervistata da Monica Maggioni, direttrice di RaiNews24, e riceverà uno speciale riconoscimento dal Festival delle Religioni. Uno degli incontri più attesi senz’altro quello che vedrà protagonisti il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone e l’ex ministro Paola Severino, che si concentreranno sul tema Mafia e Chiesa; Il Ministro Stefania Giannini sarà tra invece tra i relatori di un dibattito attorno al tema dell’ora di religione nelle scuole italiane.

Sabato 16 – Spazio, durante la tre giorni, a pensatori di ogni credo, religiosi o laici, credenti e atei: tra i molti nomi spiccano quelli del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, quelli dei teologi Stanislaw Obirek e Vito Mancuso, del matematico Piergiorgio Odifreddi, lo storico e presidente di RCS Libri Paolo Mieli e del critico Vittorio Sgarbi.
Ampio spazio sarà dedicato al confronto tra le varie confessioni religiose, ed uno dei momenti più importanti del Festival vedrà condividere il palco da due delle massime personalità dell’Islam italiano, come l’Imam Yahya Pallavicini (Imam di Milano e Vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana) e l’Hujjatulislam Abbas Damiano Di Palma (guida spirituale dell’associazione sciita “Imam Mahdi”).

Domenica 17 – Da non perdere inoltre il Maestro Ennio Morricone, che racconterà la propria visione nell’incontro dal titolo “la musica: lo spirito oltre l’armonia”. Testimonianza di un costante impegno per il dialogo tra le diverse confessioni, l’importante appuntamento che si terrà in Sinagoga, dove a confrontarsi saranno il Rabbino Joseph Levi, l’Imam Izzedin Elzir, il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Firenze, Monsignor Andrea Bellandie il monaco buddista tibetano Gheshe Tenzin Tenphel.

Il Festival delle Religioni si concluderà domenica 17 di fronte alla Basilica di San Lorenzo, con l’evento “La voce dei bambini”, dove oltre 100 bambini di alcune scuole fiorentine metteranno in scena sul sagrato uno spettacolo di letture corali dai testi sacri di tutte le religioni (evento in collaborazione con Associazione Culter).

Tutti gli incontri del Festival saranno introdotti e moderati da importanti giornalisti, docenti universitari e personalità del mondo religioso e culturale italiano ed internazionale.

Come partecipare:
Gli incontri sono tutti gratuiti.
Presto sarà attivata l’iscrizione gratuita online direttamente dal sito www.festivaldellereligioni.it.

Più avanti rifletteremo ancora e più ampiamente su queste idee, sui grandi personaggi che ci saranno al festival, sulle singole tematiche che sono certa vi appassioneranno, per arrivare a maggio consapevoli della grande responsabilità che abbiamo!
Conoscere per essere consapevoli, per guardare in faccia chi ci sta dinanzi senza il pregiudizio dell’ignoranza, per capire bene, per andare oltre!

Alla prossima!

Francesca

andiamoltre

Cari amici del Festival delle Religioni,

ci siamo con le informazioni della seconda edizione del Festival:
Date: 14-17 maggio 2015
Luogo: Firenze, nelle principali sedi della cultura fiorentina
Titolo: #Andiamoltre

Oltre che cosa? Oltre il fanatismo, oltre la mortificazione della vita, delle idee, dell’etnia, dell’uomo. #andiamoltre

La prima edizione del Festival delle Religioni si è focalizzata sull’incontro dello scontro, mettendo a nudo le differenze tra credi, filosofie e confessioni diverse, perché convinti che solo in esse si coglie la complessa ricchezza del reale.

Oggi tutto questo non è più sufficiente. Non basta. Crediamo sia necessario compiere un ulteriore passo avanti, per cercare di gettare il pensiero oltre lo scontro distruttivo. La pluralità è un valore non un pretesto per distruggere l’altro. L’attentato di Parigi, le nuove guerre che sconvolgono il Medio Oriente, gli scontri che vedono coinvolte tanto le periferie del Mondo quanto le nostre città, sono fatti che ci chiamano a riflettere con urgenza. Non sono più tollerabili guerre in nome di Dio, decapitazioni, genocidi, conflitti di potere mascherati da lotte di religione.

È l’ora di finirla con le chiacchiere! #andiamoltre

Più avanti rifletteremo ancora e più ampiamente su queste idee, sui grandi personaggi che ci saranno al festival, sulle singole tematiche che sono certa vi appassioneranno, per arrivare a maggio consapevoli della grande responsabilità che abbiamo!
Conoscere per essere consapevoli, per guardare in faccia chi ci sta dinanzi senza il pregiudizio dell’ignoranza, per capire bene, per andare oltre!

Vi saluto come sempre con una riflessione.
Ho riflettuto a lungo prima di scriverla, so bene che sarò impopolare, ma non ho mai seguito le correnti ideologiche, quindi corro il rischio!
Tengo molto al vostro punto di vista e come sempre leggo i vostri commenti di risposta con grande curiosità.
Alla prossima news e mi raccomando, segnate sul calendario 14-17 maggio – Firenze – Festival delle Religioni – #andiamoltre.

Francesca

“Io non sono Charlie Hebdo e l’informazione sia responsabile”

È l’ora di finirla con questa incontrollata libertà di stampa; da Charlie Hebdo alla cattiva gestione nella diffusione delle notizie. Viene da dire “si stava meglio quando si stava peggio”, quando c’era meno informazione. Sgombrando ogni dubbio è bene dire che sono contro la violenza, sempre e per qualsiasi ragione e sono la prima ad essere consapevole che è la conoscenza e dunque anche l’informazione istantanea che ci ha resi “evoluti”. Tuttavia mi chiedo dove ci porta questa evoluzione? Qual è il senso di diffondere le immagini del pilota giordano arso vivo, piuttosto che rendere nota la trattativa dei due ostaggi giapponesi poi uccisi? Forse in nome della libertà di espressione. Ma di quale libertà si parla? Non è libertà di informazione questa bulimia di notizie. Günther Anders la chiamava “patologia della libertà” questa post moderna incapacità di porre un freno responsabile alla bramosia di una libertà senza limiti e dunque sregolata. In questo caso però è bene rendersi conto che non si tratta di libertà dell’uomo di sapere, si tratta prima di tutto di dare opportunità di voce a chi voce non ne ha e non ne dovrebbe avere. È il “gioco” che conduce l’Isis: seminare il terrore mostrando una violenza spregiudicata ad un mondo che guarda inerme e che, al momento, non fa di più che una passeggiata a braccetto in nome della tanto acclamata libertà. Mettiamoci d’accordo però, perché se di libertà di informazione si parla, c’è qualcuno che può gentilmente spiegare come mai di ciò che avviene in Africa, ad esempio in Nigeria o in Camerun, la maggior parte dei mezzi di comunicazione – non tutti per fortuna – hanno dedicato qualche trafiletto nascosto? Per la stessa libertà di prima? La libertà cari occidentali è un’altra. La Libertà vera, quella che rende l’uomo un individuo padrone di sé, detentore dei diritti primari, e che tanto ha sofferto per conquistarla con rivoluzioni epocali è ben altra. La libertà di poter essere gli unici detentori responsabili della propria identità; da quella sessuale, a quella religiosa a quella culturale e politica. Non è la libertà di schernire, ridicolizzare, banalizzare l’altro. Io non sono Charlie Hebdo se non per condannare la violenza che quei poveri giornalisti hanno ricevuto. E non è neanche la libertà di non porre un limite a certe informazioni. Allora chi oggi sta nei luoghi di potere decisionale si svegli nella responsabilità di comprendere che forse, anche le notizie sull’Isis, non soltanto non sono garanzia di libertà, ma che questa è libertà di impaurire il mondo, che alimenta la fobia verso il presunto diverso, generando pregiudizi, odio profondo e diffondendo quella paura che l’Isis vuole sia diffusa. Se il mondo attende non so cosa a fermarli, almeno non dia risonanza alla loro voce. Sono più i danni sociali e psicologici che creano quelle immagini drammatiche che i benefici dell’informazione stessa in un ascoltatore che impotente si dispera o peggio,

andiamoltre

Il Festival delle Religioni propone un’idea: l’ora di religione obbligatoria nelle scuole!

Cari amici del Festival delle Religioni,

Le ultime settimane hanno visto succedersi eventi drammatici nel mondo. L’Europa è come se avesse preso coscienza del terrorismo solo dopo i fatti di Parigi. Al mondo però non è cosa nuova, purtroppo. Vorrei condividere con voi alcune riflessioni che mi sono nate spontanee dopo gli ultimi fatti.

In molti siete a scriverci di avere notizie sulla seconda edizione del Festival. Stiamo lavorando per realizzare incontri davvero importanti!
A brevissimo vi diremo date e titolo della seconda edizione.

Intanto con l’enews n.2 vi raccontiamo una proposta importante che negli ultimi giorni è rimbalzata su qualche giornale: l’ora di religione – anzi diciamo meglio – l’ora di Storia delle Religioni obbligatoria nelle scuole.QUI il link della nostra proposta. Che ne pensate? Sono curiosa di sapere il vostro punto di vista!

Intanto ecco la mia riflessione:

Triste. Spaventata. Perplessa. Sono questi tre gli stati d’animo che alterno nel corso delle ultimi giorni, pensando alle dinamiche e agli eventi di non-uomini di questo mondo. Mi riferisco sostanzialmente a due grandi fatti: quello parigino e quello nigeriano. La tristezza viene fuori immedesimandomi, per qualche secondo, nei passi di una bambina, di 10 anni, che silenziosi muovono sotto il sole di Maiduguri – città della Nigeria – su una terra arida e polverosa nei pressi di un mercato. Allora mi chiedo cosa le abbiano raccontato in questi dieci anni, della vita, del mondo. E mi sorge una quasi macabra curiosità di sapere cosa stesse pensando in quegli attimi appena precedenti il clik di suo padre? forse suo fratello? di qualcuno che da lontano l’ha resa nota al mondo come «bambina kamikaze». Poi penso che magari lei non sapeva niente. Allora rabbrividisco pensando che quella bambina sarebbe potuta essere mia figlia, mia sorella. O forse io. Così il pensiero inevitabilmente si arresta perché il suo proseguimento sconfina nel terrore e, come se fossimo in un libro quando si gira pagina, la scena si trasferisce in Francia, in una tipografia non lontano da Parigi – a Dammartin en Goële – e mi ritrovo ad avvertire il respiro del secondo ostaggio, all’insaputa dei due fratelli Kouachi, che si trovava nascosto nello scatolone e mandava sms alla polizia. Allora mi scopro molto, molto spaventata. Triste di un mondo disumano che da un lato – il Medio Oriente – ha un’eccedenza di identità al punto da ammazzare per dimostrarla, e dall’altro – l’Occidente – che in virtù di una superficiale laicità ha perso la sua cultura, l’identità del suo pensiero. Senz’altro un Occidente che si è evoluto al punto tale che si può definire “libero” – raggiunta non senza sofferenze e rivoluzioni, ma che di fatto ha dimenticato che il crocefisso, ad esempio, oltre essere un simbolo di fede è simbolo della sua cultura e della sua storia. Libero al punto tale da fare una satira che ha ben poco, a mio avviso, da far ridere. Tuttavia, se i loro padri vivono nella memoria dei figli per oltre 6 generazioni, noi siamo già orfani. Quindi perplessa, mi chiedo quale sia la via d’uscita, se ci sia una soluzione. Si perché dedicando buona parte delle mie giornate ad organizzare eventi culturali che abbiano a che fare con le religioni – il Festival delle Religioni appunto – mi domando se questo impegno serva a qualcosa. Ognuno ha una piccola missione da svolgere nella vita e alla fine della giornata. Quindi si, serve, forse ora più di sempre. E credo anche che non sia un caso del destino che il Festival delle Religioni sia nato qui a Firenze, in una città che nella sua storia ha tradotto la sensibilità religiosa cristiana, ma anche ebraica e musulmana, nell’arte, nella letteratura, nella filosofia, nell’economia ecc.. Firenze è meta mondiale per la sua identità. Per quella Cupola, immaginando un Brunelleschi con la matita in mano senza essere Charlie Hebdo – per fortuna, dico io – non certo per lo stadio alla Mercafir. Allora ecco che dobbiamo ripartire da Firenze, dalla Firenze di allora – dalla sua storia e dai suoi insegnamenti che confondono in una perfetta laicità religione e arte, religione e sapere, religione e cultura. Ma non basta, oggi è necessario compiere un passo ulteriore. Firenze – che incredibile a dirsi, è tra le città in Italia con minor numero di studenti che frequentano l’ora di religione – può farsi promotrice di un’idea forte: proporre l’obbligo dell’ora di storia delle religioni nelle scuole. Non l’ora di religione, ma di storia delle religioni. Aggiornando l’IRC (insegnamento religione cattolica) e trasformandolo in un una disciplina fondamentale come la matematica o l’inglese e totalmente regolata dallo Stato. La storia delle religioni niente ha a che fare con la fede che ognuno è libero – almeno in Occidente – di professare o non professare, ma è la nostra cultura, la nostra identità che dietro al velo di un mal interpretato laicismo – convinto che soltanto negando i molti siamo garanti dei singoli – stiamo irrimediabilmente perdendo. Il mondo corre e anche l’educazione deve procedere di pari passo, per non rimanere indietro e per non tacere.

Ciao e alla prossima!

Francesca